Nei miei ultimi commenti ai post che riguardano le #cer, spesso ho parlato della differenza, con quelle Austriache. Ho trovato sul tema un interessante documento elaborato da Team K Landtagsfraktion | Gruppo consiliare del SUD Tirolo https://api-idap.landtag-bz.org/doc/idap_683481.pdf la cui lettura consiglio vivamente.
Di seguito riporto i capitoli in cui le differenze emergono in modo chiaro
Come funziona una Cer in Italia
Per le comunità energetiche in Italia è stato adottato il seguente principio: da un lato acquistano l’energia da fornitori esterni con un relativo contratto; dall’altro immettono tutta l’energia prodotta in rete, ricavandone un corrispettivo fissato dalle regole di mercato o di ritiro dedicato (come se la comunità non esistesse, in sostanza). Alla comunità è però riconosciuto un incentivo di durata ventennale per l’energia scambiata al suo interno, cioè generata e consumata in contemporanea (con rilevazioni automatiche a intervalli di 15 minuti). Questa energia è incentivata con un contributo di € 0,11/kWh o € 0,10/kWh, se tutti i punti di generazione e consumo sono in un unico edificio. Gli incentivi sono corrisposti alla comunità una/due volte l’anno e la comunità decide come ripartirli tra i partecipanti.
In Italia a dicembre 2022 il kWh del servizio di tutela costava € 0,51; il contributo del ritiro dedicato (RID) nella zona di mercato Nord era € 0,368/kWh; l’ulteriore contributo alla comunità energetica, che si somma a quello del RID, è € 0,11/kWh. A queste condizioni ha senso da un punto di vista economico costituire una comunità, se i potenziali incentivi per l’energia scambiata sono superiori ai notevoli costi per la costituzione e la gestione della comunità.
Da un punto di vista macroeconomico, però, la situazione è più critica. Il contributo extra riconosciuto alla comunità viene sostenuto dagli “oneri di sistema” sulle bollette di tutti gli utenti del sistema elettrico. A giugno 2021 questi oneri pesavano sulla bolletta al consumo per € 0,041/kWh contro un prezzo dell’energia nel sistema tutelato di € 0,075 in fascia F1 e € 0,061 in fascia F23. Con l’aumentare del prezzo dell’energia, passata a € 0,12/kWh a luglio 2021, gli “oneri di sistema” sono stati temporaneamente sospesi come misura di contenimento delle bollette, ma ne è previsto il ripristino appena possibile. In alternativa, i costi aggiuntivi dovranno ricadere sulla fiscalità generale. Misure economicamente non sostenibili non possono però continuare all’infinito, come recentemente reso evidente dalla questione “Superbonus” e gli oneri di sistema sostenuti da tutti gli utenti elettrici dovranno essere quasi certamente rivisti.
E così, mentre un singolo utente con impianto fotovoltaico può utilizzare direttamente l’energia generata, ed immettere in rete eventuali eccedenze, compensate economicamente come ritiro dedicato, oppure può assorbere energia elettrica quando la generazione solare è insufficiente e pagare al suo fornitore il corrispettivo dovuto, purtroppo lo stesso schema non è applicabile per un condominio intero o per due o più unità abitative. Secondo le regole correnti si è obbligati in ogni caso ad acquistare tutta la propria energia dalla rete e pagarla secondo un contratto commerciale mentre i termini di vendita dell’energia autoprodotta sono fissati da un altro contratto. Oltre che a una penalizzazione economica, la necessità di compiere passi burocratici, in particolare la costituzione di una ragione sociale per la comunità, di fatto disincentiva la volontà di formazione della comunità energetica. Proporre incentivi per stimolare la formazione di comunità e lo scambio di energia è in parte indice del fatto che i metodi finora applicati non sono efficienti. Resta poco chiaro capire la ratio finale della normativa sulle comunità energetiche, e soprattutto la loro complessità.
Il modello austriaco per le Comunità energetiche
https://www.paviraniassociati.it/
Abbiamo visto come funziona una Cer in Italia, un modello che purtroppo presenta diversi, rilevanti svantaggi. Non è così da altre parti. La pratica delle comunità energetiche in Austria è molto più semplice rispetto all’Italia. Le leggi principali di riferimento sono la legge sul sistema elettrico ElWOG (Elektrizitätswirtschafts- und -organisationsgesetz) e la legge sulle energie rinnovabili EAG (Erneuerbaren-Ausbau-Gesetz – EAG 2023). La legge austriaca riconosce solo un tipo di CER (Elektrische
Energiegemeinschaft, EEG) e di CEC (Bürgerenergiegemeinschaft, BEG). La CER riguarda solo energie rinnovabili, di tutti i tipi, ed è legata alla rete didistribuzione in bassa tensione fino alla barra comune di media tensione inuna centrale di trasformazione. La CEC opera con energia elettrica di qualsiasifonte e può estendersi sul territorio dell’intero paese, pagando i diritti di rete infunzione dei livelli di tensione.Una CER può comprendere impianti già esistenti e può quindi venire formata indipendentemente da nuovi investimenti. Come in Italia, il gestore della rete rileva consumi e produzioni a intervalli di 15 min e pone in relazione i dati relativi ai diversi contatori. A differenza dell’Italia, però, l’energia immessa in rete è direttamente sottratta da quella consumata nello stesso intervallo di tempo, che quindi non viene fatturata. Lo scorporo in bolletta, che in Italia non è previsto, è lo strumento principale delle Comunità Energetiche in Austria. La bolletta è alleggerita perché diminuiscono i kWh conteggiati e non a causa di interventi sulle altre componenti tariffarie o grazie a incentivi e sussidi. Infatti, in Austria non sono previsti incentivi per le comunità energetiche.
In sostanza, in Austria, partendo dalle stesse direttive UE, è in vigore una normativa che invece consente in sostanza la compensazione tra energia autoprodotta e consumata. Il cuore di questa mozione è proprio questo: cercare una via per importare il modello austriaco anche in Alto Adige, partendo da una ricognizione giuridica effettuata sulla fonte europea e le legislazioni nazionale e austriaca, cercando una strada percorribile da un punto di vista legale.
Da un punto di vista della convenienza economica, ai livelli attuali di costo dell’energia e di impianti di generazione, se l’energia generata in una comunità ha un costo inferiore a quella di fornitori esterni ha più senso usarla direttamente piuttosto che venderla e riacquistarla a prezzi differenti, anche se parte della differenza è coperta da incentivi.
Con una CER virtuale che funziona con il principio dell’autoconsumo e della compensazione in bolletta tra energia prodotta e acquistata, i costi da parte di imprese pubbliche, i gestori di rete, sono estremamente limitati: è richiesta un’amministrazione molto leggera e una minima modifica al programma di lettura a distanza e di verifica dei dati dei contatori. Tutta la responsabilità organizzativa e finanziaria delle comunità energetiche è lasciata ad esse. Paradossalmente, per un costo dell’energia superiore a € 0,11/kWh la comunità virtuale qui proposta, senza incentivi, è addirittura più conveniente per i suoi membri rispetto a quella nazionale, incentivata. Grazie alla semplicità dell’approccio vengono anche evitati costi esterni giuridici, di analisi e rispetto di norme farraginose, così come quelli di una doppia gestione dei dati di produzione e consumo. Il ruolo di fornitori di know-how terzi (tecnici, giuristi) è più contenuto e rivolto al funzionamento interno della comunità e non alla sua interazione con la pubblica amministrazione e con gli enti nazionali di gestione del sistema elettrico.
Anche da un punto di vista tecnologico l’implementazione del modello proposto sarebbe possibile. Le comunità energetiche si basano su un modello di funzionamento virtuale, tutti gli scambi di energia hanno luogo tramite la rete pubblica e sono sovrapposti a quelli di tutte le altre utenze. Ogni punto di generazione o consumo è monitorato da un contatore 2G che ogni 15 minuti legge e memorizza il valore dell’energia immessa o prelevata dalla rete3. Dalla differenza di immissioni e prelievi per tutti i punti di una comunità energetica risulta l’energia effettivamente scambiata. L’Italia ha probabilmente il più avanzato programma al mondo su larga scala di contatori elettronici con lettura dei dati e la possibilità di effettuare configurazioni a distanza. Questo strumento, già in funzione, facilita enormemente la costituzione e la gestione di comunità energetiche. Soluzioni anche complesse possono venire facilmente risolte con l’elaborazione di piccole quantità di dati.
Al Sistema Informativo Integrato (SII) che rileva tutti i dati dei contatori su scala nazionale non saranno trasmessi dati sul consumo totale dei membri di una comunità ma solo quelli sui consumi netti, da fatturare. A differenza dal modello attualmente in vigore in Italia, lo scambio di energia non verrebbe più incentivato, e non sarebbe nemmeno necessario, perché tramite la compensazione tra energia prodotta ed energia consumata, la bolletta risulterebbe alleggerita dal momento che diminuiscono i kWh conteggiati, a tutto vantaggio del consumatore.